Ritorno un po’ su questi lidi abbandonati
perché l’occasione merita e perché oggi mi gira così.
Ok, sedetevi che sarà lunga.
Iniziamo subito a levarci le formalità di
mezzo.
Voto alto, molto alto.
Tra 8 e 8 e 1/2, 4 stelle e rotti su 5, insomma
quelle robe lì.
Forse anche di più.
Ora parliamo sul serio.
È un film difficile.
Fare un film hollywoodiano
con i robot giganti giapponesi?
C’è una tale marea di differenze nell'impostazione narrativa, nella cultura visiva e nell'interpretazione tra questi due mondi che
mi viene il mal di testa solo a pensare di volerne accennare.
Fare un film del genere la prima volta?
Devi spiegare (perché devi farlo) cosa e
come va questo nuovo mondo. Perché i personaggi decidono che entrare in un
colosso d’acciaio con un reattore nucleare come motore è “una soluzione
accettabile” per prendere a pugni mostri grossi come palazzi.
Devi riuscire a fare tutto questo tenendo buoni i produttori, difendendo con tutto il tuo peso autoriale (che, nel caso di Del Toro, non è poco) le tue scelte, picchiando chi ti chiede di farlo "tipo Transformers".
Devi, alla fine, giustificare il fatto che stai spendendo una paccata di soldi per animare, in buona sostanza, dei giganteschi giocattoli. E questa cosa qui la giustifichi in un solo modo: incassando. Tanto.
È un film difficile da inquadrare, quindi.
Nel senso proprio di "inquadrare il
bersaglio".
Target.
Chi potrebbe andare a vedersi ‘sto film?
Da una parte c'è una marea di gente che non
capisce i film d'azione contemporanei, che spera sempre di avere un
approfondimento psicologico nei personaggi, un plot twist o una struttura
narrativa originale, che ha difficoltà ad adattarsi all'estetica postmoderna
con CG da videogames.
Gente per cui il "sense of
wonder" è materia sconosciuta, o talmente rarefatta ed eterea da essere
pressoché inconsistente.
Ma –inspiegabilmente- costoro potrebbero comunque seriamente valutare l’ipotesi di acquistare un
biglietto per Pacific Rim, così come l’hanno acquistato per Avengers o per
Expendables.
Ecco, a questa gente meglio dire subito: lasciate perdere.
Non provateci nemmeno.
Non è colpa vostra, nessuno ve lo
rinfaccerà (be', un po' sì, ma in fondo si tratta di sberleffi da esseri
intellettualmente così
inferiori... sopravviverete).
Risparmiatevi due ore di
"Meh", "Bah", "Insomma" e "Che
tempi, signora, che tempi".
Visto che continuano a spuntar fuori dalle
fottute pareti tizi che non riescono ad apprezzare, ad esempio, la visione di Avengers o Iron Man III, secondo me è meglio essere onesti
e dir loro subito, chiaro e tondo, che non è il caso che vedano questo film.
Che tutte le loro critiche potrebbero anche
essere "valide e motivate" ma non è quella,
la cosa importante.
Anzi: che paradossalmente è la cosa meno
importante di tutte.
Semplicemente: è come voler far piacere un film
a colori ad uno che apprezza solo il bianco e nero.
Non c'è nulla di male nel vedere solo bianco e nero.
Hanno fatto e continuano a fare film stupendi in bianco e nero.
Continuate a guardare quelli.
I miei sogni sono a colori e a me va bene così.
Andiamo dall'altra parte dello spettro.
Dalla parte di chi si aspetta "il film
di robottoni definitivo".
Dal lato di chi conosce la differenza (non
solo estetica, ma anche concettuale) tra lo Strike Freedom e il Turn A, o il
perché in Getter Robot Daikessen lo Shin Getter Dragon ha un design mentre in
Last day ne ha un altro.
A loro dico subito: NON È il film di
robottoni definitivo.
Non è la realizzazione dei vostri più
intensi desideri, né la versione cinematografica dell'intro di un Super Robot
Taisen.
Pacific Rim paga (come deve essere, come è giusto che
sia) la sua natura hollywoodiana.
È un film, in questo senso, nel migliore dei
casi introduttivo.
Personaggi che voi bramereste vedere al
centro dell'azione per intere sequenze fanno il loro atto di presenza
scenografico e poi vengono gentilmente
messi da parte.
Elementi narrativi che per chi
"mastica" la materia sono talmente scontati da essere quasi superflui
vengono invece estrinsecati al limite della pedanteria.
Ci sono parti di questo film che vi faranno
saltare dalla sedia, certo. Ma il resto del film (quasi la metà buona,
quindi) potrebbe quasi risultarvi insopportabile.
Consideratevi avvisati.
Non è il film definitivo sui robottoni. È il primo film sui robottoni. Il primo vero, intendo.
C'è poi un'altra fetta di potenziale
target.
Gente che s'è vista i suoi bei Goldrakki e
Gigrobbò quand'era piccola, poi morta lì e ora se li ricorda con la
lacrimuccia.
Magari potete sostituire Goldrake con
Evangelion, levare qualche anno, aggiungere quella punta di insopportabile
spocchia di chi s'è visto quella cacata di Anno* ed è convinto di "aver
capito tutto", ma il risultato non cambia.
Su questa fascia di pubblico (che potrebbe
anche risultare strategicamente importante, ai fini degli incassi finali) non
mi pronuncio.
Tanto può essere che questo film gli
piaccia tanto che non lo capiscano.
Propenderei per la prima ipotesi, ma dopo
John Carter non mi stupisco più di nulla.
Qualcun altro?
Sì, magari i beatamente inconsapevoli.
Sì, magari i beatamente inconsapevoli.
Quelli che vanno al cinema giusto per
passare un paio d’ore di tranquillo e spensierato divertimento, tra una pizza
& birra e una puntata in discoteca.
Non ne sanno nulla di "preparazione al film" o di "substrato culturale", e poco gli importa.
Mi dicono esistano.
Loro secondo me si divertono parecchio.
La scommessa di Del Toro, secondo me, è
stata parecchio azzardata.
Quel pazzo visionario ha veramente cercato di
conciliare due filosofie e due visioni dello spettacolo molto distanti tra
loro.
Ripeto quanto ho detto in più di una
circostanza, in questi mesi, a chi mi chiedeva opinioni sulla realizzazione del
film: guardate che se a Hollywood non hanno mai fatto "un film coi
robottoni" c'è un cazzo di motivo!
NON
È
FACILE!
Del Toro c'è riuscito?
Ha vinto la scommessa?
Ha vinto la scommessa?
Sì.
Ma quasi per il rotto della cuffia.
Il film parte alla grande, con
un'introduzione da alzarsi e applaudire.
Poi all'improvviso sembra arenarsi.
Gioca con gli stereotipi, cincischia con
ammiccamenti e citazioni, fa improbabili promesse per il futuro, come un’imponente
imminente battaglia campale “full force”.
Primi piani, chiacchiere, primi piani,
parentesi comica, spiegone, spiegone, primi piani.
E va avanti così per un po', quel po'
troppo che potrebbe far spazientire i mecha-fan ma comunque non
accontenta abbastanza i maniaci dell'approfondimento.
Per fortuna buona parte dei primi
piani sono dedicati ai pettorali di Charlie Hunnam (le femminucce ringraziano),
a Rinko Kikuchi (i maschietti ringraziano) o a Idris Elba (l’umanità ringrazia
e si inchina doverosamente).
Non è tosto come sembra. Deppiù. E pilota robottoni. |
Insomma si fa quel tanto di melina a centrocampo
che –dannazione- sembra una necessità imprescindibile dei film action di questa
generazione.
Ma poi si riprende, e si riprende veramente
da salti sulla poltrona: manly tears e testosterone a pacchi appena Del Toro
decide di piantarla con i tentennamenti e iniziare a far vedere titani di
metallo che picchiano mostri giganti.
Lo metto nero su bianco e sono disposto a
sottoscriverlo: le scene d'azione sono fantastiche.
Fantastiche.
La colonna sonora pompa a dovere, le
inquadrature non sono mai troppo frenetiche né troppo statiche, il senso di
maestosità e grandeur dei combattenti è reso magnificamente.
Dà le piste a "fuffa Snyder" e
"kababoom Bay". Ma le piste serie.
Del tipo che li sorpassa, li doppia, li
doppia DI NUOVO e poi un'ALTRA VOLTA.
Così, per gradire.
Davvero.
C'è tutto, tutto quello che ci si poteva
aspettare.
Colpi speciali, mosse da arti marziali e risse da scaricatori di porto, missili, raggi, urla e cappottoni.
Tanto che a un certo punto ci si chiede
(ecco che ritorna il mecha fan): ma perché non è TUTTO COSÌ, il film?
Eh.
Perché è un film hollywoodiano, non
"Grendizer, Getter Robo G, Great Mazinger: Kessen! Daikaijuu" o il combattimento finale di Gurren-Lagann.
E deve -che vi/ci piaccia o meno- obbedire
a delle regole che non sono quelle dei mecha anime.
Ripeto: quello che fa, Pacific Rim lo fa
benissimo.
È il primo film di un franchise mai visto
prima su questa scala.
Porta a casa delle sequenze memorabili (almeno 50 minuti ad Elevato Rischio Infarto), un
paio di punch-line da mandare a memoria e apre una via.
Già solo per essere riuscito a fare questo
si merita lodi sperticate.
E il 3D sembra addirittura sensato.
(Peccato non averlo fatto in 48fps, però...).
Poi, obiettivamente, ha dei difetti.
Personaggi non abbastanza approfonditi?
Sì.
Sì.
Una sceneggiatura non perfettamente
equilibrata, che a tratti ti lascia interdetto, o con quel senso di "non è
abbastanza..."?
Sì.
Un altro di quegli insulsi film d'azione che non c'è alcun lavoro sulla psicologia dei personaggi e sono sola mera ed
effimera evasione eccetera eccetera?
Sì, per amor del cielo. Contenti?
Ora
cortesemente fuori dalle palle.
C'è un'imperdibile restrospettiva introspettiva di cinema ungherese con sottotitoli in finnico nell'altra sala.
Mi sarebbe piaciuto dire che il film è
perfetto, che non ha difetti.
Ma non è così.
Ma funziona?
Ha potenziale? Ti fa urlare e ridere e stupire e divertire? Ti fa credere che,
in questo caso, un uomo (due, via) possa pilotare un robot gigante da combattimento?
Sì, sì, sì (per una buona parte del film, almeno) e sì.
Buon Dio, sì.
Star Wars non era un film perfetto, ma
funzionava.
Superman (Superman, non Mass Murder Lagna of Steel) non
era un film perfetto, ma funzionava.
Iron Man non è un film perfetto, ma
funziona.
Come pure Avengers.
Pacific Rim non è un film perfetto.
Ma, per i sacri nomi di Honda, Yokoyama, Nagai
e Tomino, funziona.
È un film ad alto budget di robot giganti che combattono contro
mostri giganti e FUNZIONA!
Ultima cosa: avete presente la differenza
qualitativa tra Hellboy (bellino) e Hellboy 2 (splendido)?
Ecco.
La mia opinione è che, se mai Del Toro
dovesse avere l'ok per un sequel (e c'è la possibilità, sì che c'è) e rispetta la stessa proporzione di Hellboy, potremmo veramente, ma veramente vederne
delle belle.
* A tal proposito. Ho aspettato di aver
visto il film per poter finalmente fare questa affermazione con cognizione di causa.
Questo film con Evangelion non c'entra un
cazzo.
Lo ribadisco e scandisco bene, giusto per
evitare possibili fraintendimenti.
Questo - film - con - Evangelion - non - c'entra - un - beneamatissimo - cazzo.
Chiunque affermi il contrario lo fa o in malafede o perché non sa di che sta parlando.